Il tumore del polmone rappresenta al mondo la prima causa di morte per cancro. La maggior parte dei casi riguarda il tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC).
Solo nel nostro Paese si verificano 42 mila casi all'anno. A cambiare la storia del trattamento del NSCLC ci ha pensato pembrolizumab. Risultati importanti infatti, ottenuti di recente, hanno accertato che il trattamento immunoterapico con pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia sia in grado di determinare, in tutti pazienti indipendentemente dai livelli di PD-L1, un effetto sinergico antitumorale attraverso il potenziamento della risposta immunitaria verso il tumore. La combinazione di pembrolizumab con la chemioterapia con platino e pemetrexed, per il trattamento in prima linea del carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico non squamoso, ha dimostrato di ridurre il rischio di morte del 44% rispetto alla sola chemioterapia.
Se quindi sino al 2017 l'immunoterapia veniva utilizzata in seconda linea dopo la chemioterapia, oggi tutti i dati dicono che l'approccio immunoterapico deve essere la prima scelta per la cura del cancro ai polmoni (eccetto alcuni casi particolari in cui sono presenti mutazioni specifiche).
L'obiettivo dell evento è quello di condividere gli aggiornamenti sulle ultime evidenze scientifiche nel trattamento in prima linea del tumore al polmone e su come queste possano essere applicate nella pratica clinica per garantire una migliore qualità di vita dei soggetti che ne sono affetti.